
Son(g) è un canto, una preghiera, un sussurro, l’ora più buia di un ragazzo, un adolescente, un figlio. Sembra una sera come tante in una famiglia come tante, ma quella notte qualcosa cambierà per sempre.
Un racconto crudo e folle che diviene un’occasione per provare a dare voce ad un malessere che accompagna l’animo degli adolescenti di questo nuovo millennio. Un monologo del vuoto esistenziale che le nuove generazioni, e gli adulti con loro, si trovano ad affrontare, che sembra incolmabile e che solo tramite azioni disperate trova una sua pace. Un argomento delicato e scomodo, senza verità e risposte, ma che necessita di ascolto e di uno spazio di condivisione. Due attori in, due voci, due corpi danzanti, in uno spazio vuoto, una gabbia di luce, solo bidoni infiammabili e una chitarra.