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scarpe

“SCARPE!”

Rassegna teatrale “VeniTE A TROvarci” organizzata dall’Associazione Culturale G.O.S.T. in collaborazione con la parrocchia S. Martino di Bollate e con il patrocinio e il sostegno del Comune di Bollate – Assessorato alla Cultura.

Di e con M. Volo, regia di E. Iacchetti
Le scarpe realizzano i desideri di una donna e una donna è l’ideale per comprare un paio di scarpe. Le scarpe danno sempre una gioia speciale, unica, così come un’amica sa dare una gioia impareggiabile. Tra i molteplici personaggi spicca “a distratta”, assolutamente autobiografica, surreale. È sempre un po’ innamorata ma non ha ben chiaro esattamente di chi e di scarpe ne mette tantissime, non necessariamente uguali fra loro e non necessariamente ai piedi…la scarpa ideale non #232 mai ai piedi. Le donne si troveranno nel mondo “scarpa” come in un sogno e all’uomo che porta la donna a vedere questo spettacolo sar#224 perdonato tutto. Al costo del biglietto, che a confronto di un paio di scarpe per farsi perdonare non #232 nulla, nemmeno una soletta ci si compra!

sorprese

“LE SORPRESE DEL DIVORZIO”

di A. Mars, A. Bisson. Regia di O. Mohamed
Enrico Duval esasperato dalla onnipresente suocera, la Sig.ra Bonivard, ex ballerina conosciuta ai tempi del Grand Thèãtre dallo zio Corbullon giunge a divorziare da Diana, mogliettina un po’ civetta e succube della madre.
Due anni dopo, Enrico si risposa con Gabriella, figlia di Bourganeuf, un simpatico vedovo.
Tutto va relativamente bene finchè, dopo un viaggio di cura, il suocero ritorna ringiovanito e… risposato. Con chi? Ma con Diana naturalmente.
E così il povero Enrico si ritrova in casa l’ex moglie, ma soprattutto, la vecchia Bonivard.
Basterà il ritorno di Champeau, vecchio amico ed eterno innamorato di Diana, a liberare Enrico dall’ex suocera, non senza trarne vantaggio?

gene

COSE CHE MI SONO CAPITATE A MIA INSAPUTA

di e con G. Gnocchi, Regia di G. Gnocchi
Dopo un consulto medico e il susseguente esame diagnostico eseguito da lui medesimo, un anziano individuo della middle-up-class riceve un responso inquietante: lui sta benissimo ma nella sua vita si è sempre tenuto tutto dentro. Non ha mai esternato nessuna emozione, alcun sentimento. Rileggendo col pubblico quella lastra grigia si accorge che quell’esame medico è stato pagato da altri a sua insaputa. Inizia così una febbrile rincorsa a ripercorrere i fatti accorgendosi che sono accaduti tutti a sua insaputa e concertati dalla longa manus di un burattinaio più scaltro di lui ( Dio? Il ministro per l’attuazione del federalismo? Il direttore del catasto? Un impiegato dell’ACI? Il carrozziere?). Ma tutto comunque avviene, dalla visita alla tenda di Gheddafi al mistero se sia più conveniente l’eolico o il fotovoltaico fino alla scoperta della vera identità del garante della privacy. E mentre questa discesa verso gli inferi non si arresta, agli spettatori non rimane che chiedersi ancora una volta: “Perchè sono qui? Non era meglio una visita guidata al museo delle ceramiche di Faenza?”

novecento

“NOVECENTO” 

di A. Baricco. a cura di “CARAVAN DE VIE”
Negli anni a cavallo delle due guerre mondiali, abbandonato sulla nave dai genitori e ritrovato sopra un pianoforte da un marinaio, Novecento trascorre tutta la sua esistenza a bordo del Virginian, senza trovare mai il coraggio di scendere a terra. Novecento impara a suonare il pianoforte e vive di musica e dei racconti dei passeggeri, in un viaggio senza fine tra Europa e America. Perchè scendere a terra? Sul grande transatlantico, Novecento riesce a cogliere l’anima del mondo. E la traduce in una grande musica jazz. Questa, in sintesi, è la storia raccontata da Alessandro Baricco, che la compagnia Caravane de Vie ha trasformato in uno spettacolo. Nel rispetto del testo, Caravane de Vie, sa cogliere i tratti divertenti, commuoventi, seri e faceti di una prosa intensa.

berrettoSonagli

“IL BERRETTO A SONAGLI”

di L. Pirandello, regia di A. Grazioli
La signora Beatrice Fiorica, gelosa e insoddisfatta, vuole denunciare al delegato Spanò, amico di famiglia, il tradimento del marito, cavalier Fiorica, con la giovane moglie del suo scrivano Ciampa, anziano e a conoscenza dei fatti, che tollera la situazione purchè venga salvato il suo “pupo”, cioè la sua rispettabilità e la “faccia”. Inutilmente Ciampa cerca di evitare la denuncia tentando di persuadere la signora Beatrice a girare la corda “seria” quella che fa ragionare ed evita i disastri. La signora Beatrice non ci vuol sentire da quell’orecchio e fa scoppiare lo scandalo, ma tutta la famiglia le va contro: la madre, il fratello, la serva e così alla fine il delegato cerca di far apparire che non c’è stato alcun rapporto tra il cavaliere e la giovane Nina Ciampa; ma è proprio al Ciampa, al marito tradito, che la cosa ora non va più bene, egli è offeso e ferito, tutti sanno ora, dopo tutto quel chiasso, che porta “il berretto a sonagli”, il cappello da buffone e da becco, e vuole la rivincita. Sarà la signora Beatrice che si è tolta lo sfizio di far girare la corda “pazza” a subire le conseguenze dello scandalo e a salvare il buon nome del Ciampa. Come? Facendosi ricoverare per tre mesi in un manicomio…

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“TAEG 4,72”

di Biagio Vinella, regia di Biagio Vinella
Taeg 4,72 Una pièce tutta di corsa
Il vero protagonista è un macchinario di produzione industriale (un banale tapis roulant) posto nel bel mezzo della scena. Un aggeggio infernale che aumenta la velocità in modo progressivo. A farlo funzionare un operaio che finalmente dopo essere stato assunto a tempo indeterminato ha la possibilità, grazie alla busta paga, di fare crediti al consumo, mutui, prestiti personali e cessione del quinto per comperarsi la casa, l’auto, il cellulare, la televisione 42 pollici al plasma e via di seguito. Vorrebbe guadagnare di più perchè a fine mese è dura, ma in ditta di straordinari non se ne parla proprio, “Vuoi guadagnare di più? E allora aumenta il ritmo di lavoro!” così gli dice il capo, una stronzissimo capo, e quindi via con la levetta della velocità. Certo che fa caldo con il caschetto, il giubbotto e i pantaloni antinfortunistica e allora via tutto e via anche la cintura di sicurezza, per essere più veloce, più produttivo (cosa che piace tanto alla signorina Marta una collega tuttatacco 10 e Visto). Cerca di farlo ragionare un sindacalista, l’unico personaggio veramente positivo di tutto il gruppo, ma è isolato, solo, in conflitto perenne non solo con la direzione, ma anche con molti di quelli che vorrebbe difendere (così va il mondo al tempo dell’outlet). Il resto ovviamente non ve lo raccontiamo. Si ride amaramente, a volte tristemente ci si riconosce, il più delle volte si evita di farlo. Biagio Vinella corre come un forsennato per oltre un’ora e venti, al punto di temere per la sua sopravvivenza. L’impatto scenico è formidabile.
Dall’autore e interprete di Rugby Blues – Biagio Vinella