Quattro vite, quattro donne Valeria, Chiara, Fedya e Veronica diverse e apparentemente inconciliabili, ma una comune profonda sofferenza che le unisce. Si trovano a condividere spazio, caos e ordine, liti e confessioni, dolori e gioie e a scoprire che anche in carcere possono nascere relazioni importanti e autentiche.
“Madri Interrotte” è uno spettacolo forte, provocatorio: quattro donne, quattro opposti mondi femminili, chiuse in un centro di recupero, si confrontano sul senso della felicità e del desiderio, sul passato, sulle relazioni familiari e su quel tabù infranto, indicibile: l’infanticidio. Con delicatezza, senza condannare né giustificare, senza scabrosità, la regista ha messo in scena uno spettacolo che lascia invece emergere le voci delle madri e del loro amore interrotto, lascia che siano i non detti, le veloci battute, il gioco di luci, i quadri a suggerire la complessità dei sentimenti, della relazione e del fragile momento in cui da una donna nasce, o non nasce, uno madre.
La mediazione del teatro e della parola sono Io strumento più potente per metterci in contatto con “l’affascinante sconosciuto”: la nostra anima, le nostre paure, le nostre risorse.